E’ noto come il paese del mito delle Maschere di Ubaga.
Ubaga deve il suo nome alla marginalità, all'isolamento e ai folti boschi che ricoprono il suo territorio. Come il soleggiato poggio di Perinaldo ha espresso l'amore per le stelle, le boscose terre della piccola Ubaga hanno generato le tradizioni ispirate alle antiche feste della natura, pagane e cristiane, legate al ciclo della vita e delle stagioni: riti di morte e rinascita, forze del male opposte a forze del bene. Tutto ciò si è concretizzato alcuni anni or sono nelle Maschere d'Ubaga.
Opere d'arte, un tempo depositate in Villa Faraggiana ad Albisola, che sono ora parte del Museo del Territorio della Valle Arroscia.
La spiritualità delle popolazioni montane ben si esprime nella tragedia della Passione di Cristo, come dimostra l'adesione ai riti della Settimana Santa. Ne abbiamo testimonianza a Gavenola dove, oltre agli uomini che trasportano i gruppi processionali del Maragliano, partecipano anche i bambini, le Milizie Celesti, indossando preziosi abiti settecenteschi gelosamente e accuratamente conservati.
Franco Dante Tiglio descrive nella sua tipologia “Le maschere di Ubaga” il territorio dell’ubàgu così:
Nell'antichissimo idioma ligure "ubàgu" designava località fredde e selvagge, impervie e boscose, poste a settentrione.
Tali, in effetti, sono le caratteristiche della fiancata orografica destra della Valle Arroscia, scoscesa e aspramente corrugata, nei cui recessi sorsero, intorno al centro di Ubaga, i villaggi di Costa di Ubaga, Ubaghetta e Montecalvo, che facevano parte dell'antico Comune, insieme a varie frazioni, denominate Canavai, Casarix, Casarioli e Bandie, da tempo scomparse e inghiottite dalla boscaglia. Alle spalle di Ubaga, sulla dorsale che dal monte Mucchio di pietre (m. 770) raggiunge il monte Riondo (m.776), separando la Valle Arroscia dalla Val Lerrone, sorge una aguzza elevazione (m.820), che la popolazione locale ha sempre chiamato "Castello/Torre di Ubaga" raggiungibile tramite un sentiero REL (>> Visita la sezione dedicata al sentiero)
Inoltre, all’interno della chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate , si trova un bel polittico di Sant’Antonio Abate dipinto per la parrocchiale d'Ubaga poco meno di cinque secoli or sono da Pietro Guido, il più noto esponente di una famiglia d'artisti originari del vicino borgo di Ranzo.e recentemente restaurato.

Di seguito si può visionare le varie fasi del restauro. Storia del restauro del polittico di Sant'antonio Abate - 1532 Pietro Guido da Ranzo - Ubaga (IM)
